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Lo studio di funzione

Cos'è e a cosa serve lo studio di funzione?  Lo studio di funzione è un importante strumento dell'analisi matematica per poter comprendere al meglio le caratteristiche di una funzione. Ne discende che chiunque lavori nell'ambito delle scienze esatte deve padroneggiare l'abilità di studiare una funzione. In questo post vedremo come si fa uno studio di funzione, a una o più variabili, portando due esempi. Inoltre, vedremo in qual modo lo studio di una funzione possa essere applicato a un caso reale. Studio di funzione: come si fa? Lo studio di una funzione reale a variabili reali deve passare per i seguenti passi in modo ordinato: Dominio e l'immagine : ponendo le condizioni di esistenza della funzione \(f:D \rightarrow C\) si può comprendere quale sia il suo dominio naturale \(D\). Inoltre, non meno importante è studiare quale sia l'immagine \(\text{Im}\), che può darci utili informazioni. Simmetrie : cerchia

Il teorema di Poisson e la velocità angolare

Il teorema di Poisson 

Il teorema di Poisson è un importante risultato della geometria analitica che trova molte applicazioni nella meccanica classica. Grazie a questo teorema si introduce formalmente il concetto di velocità angolare, ovvero la rapidità con la quale un sistema di riferimento tridimensionale ruota rispetto a un altro.

Prerequisiti:

Sommario

Il teorema [ torna al menu ]

Teorema di Poisson: per ogni \(\vec{\mathbf{u}}(t) \in \mathbb{E}^3\) funzione del tempo \(t \in [t_0,t_1] \subseteq \mathbb{R}\) la cui norma euclidea sia costante esiste uno e un solo vettore \(\vec{\mathbf{\omega}}(t) \in \mathbb{E}^3 \) tale che

$$ \dfrac{d \vec{\mathbf{u}}}{dt} = \vec{\mathbf{\omega}} \times \vec{\mathbf{u}} $$

Figura 1: rappresentazione grafica del vettore \(\vec{\omega}\).

Attenzione: il vettore \(\vec{\mathbf{\omega}}\) non dipende dal vettore \(\vec{\mathbf{u}}\).

Un corollario di questo teorema è che la velocità \(\vec{\mathbf{v}}_P\) di ogni punto \(P\) di un corpo rigido \(\mathcal{R} \subseteq \mathcal{E}_3\) (dove \(\mathcal{E}_3\) è lo spazio affine euclideo tridimensionale) può essere espressa in funzione della velocità \(\vec{\mathbf{v}}_O\) di un centro di riduzione \(O \in \mathcal{R}\):

\( \quad \vec{\mathbf{v}}_P = \vec{\mathbf{v}}_O + \vec{\mathbf{\omega}} \times (P-O) \)

dove \(P-O \in \mathbb{E}^3 \) è la posizione di \(P\) rispetto al polo di riduzione \(O\) nella notazione di Grassmann. Infatti, grazie all'ipotesi di rigidità del corpo, il vettore \(P-O\) ha norma costante e il teorema di Poisson è applicabile. In tal caso \(\vec{\omega}\) si chiama velocità angolare del rigido.

Dimostrazione [ torna al menu ]

Sia la norma del vettore \(\vec{\mathbf{u}} \in \mathbb{E}^3\) costante. Tale ipotesi si esprime con la condizione

\( \quad \dfrac{d \| \vec{\mathbf{u}} \|}{dt} = 0 \)

Se la norma \(\| \vec{\mathbf{u}} \|\) è costante, anche il suo quadrato lo è. In tal caso, si ha

\( \quad 0 = \dfrac{d \| \vec{\mathbf{u}} \|^2}{dt} = \dfrac{d \left( \vec{\mathbf{u}} \cdot \vec{\mathbf{u}} \right) }{dt} = 2 \dfrac{d \vec{\mathbf{u}} }{dt} \cdot \vec{\mathbf{u}}  \)

da cui seguono due possibilità:

  1. \( \vec{\mathbf{u}} \) è costante nel tempo o nullo;
  2. \(\frac{d \vec{\mathbf{u}} }{dt}\) e \(\vec{\mathbf{u}}\) sono ortogonali.

Nel caso 1. il vettore \(\vec{\mathbf{\omega}}\) è il vettore nullo \(\vec{\mathbf{0}}\), che esiste ed è unico; quindi, il teorema è verificato.

Nel caso 2., dato che la norma del vettore \(\vec{\mathbf{u}}\) è costante, si ha

$$ \| \vec{\mathbf{u}}(t) \| = \| \vec{\mathbf{u}}(t_0) \| \mspace{7mu} \forall t \in [t_0,t_1] \tag{1} \label{eq1} $$

Definiamo l'applicazione \(\mathbf{A}: \mathbb{E}^3 \rightarrow \mathbb{E}^3\) come segue:

\( \quad \vec{\mathbf{u}}(t) = \mathbf{A} \left( \vec{\mathbf{u}}(t_0) \right) \)

L'applicazione \(\mathbf{A}\) rispetta il seguente lemma:

Lemma 1: \(\mathbf{A}\) è un'applicazione lineare, ovvero:

$$ \mathbf{A} \left( \lambda \vec{\mathbf{u}}(t_0) + \mu \vec{\mathbf{v}}(t_0) \right) = \lambda \mathbf{A} \left( \vec{\mathbf{u}}(t_0) \right)  + \mu \mathbf{A} \left( \vec{\mathbf{v}}(t_0) \right) $$

Dimostrazione:

\( \quad \mathbf{A} \left( \lambda \vec{\mathbf{u}}(t_0) + \mu \vec{\mathbf{v}}(t_0) \right) =  \lambda \vec{\mathbf{u}}(t) + \mu \vec{\mathbf{v}}(t) = \lambda \mathbf{A} \left( \vec{\mathbf{u}}(t_0) \right)  + \mu \mathbf{A} \left( \vec{\mathbf{v}}(t_0) \right) \)

\( \quad \blacksquare \)

Ricapitolando, \(\mathbf{A}\) è un'applicazione 

  • lineare, per il Lemma 1;
  • ortogonale, per la proprietà \( \eqref{eq1}\);

Dunque, esiste una matrice \(A \in \mathbb{E}^{3,3}\) tale che

\( \quad \mathbf{A} \left( \vec{\mathbf{u}}(t_0) \right) = A \vec{\mathbf{u}}(t_0) \)

Ora, introduciamo un secondo lemma, denotando con un pallino la derivata rispetto al tempo:

Lemma 2: la matrice \(\dot{A}A^T\) è antisimmetrica, ovvero

$$ \dot{A}A^T = - \left(\dot{A}A^T \right)^T $$

Dimostrazione: essendo \(A\) ortogonale, \(A\) è invertibile e la sua trasposta coincide con l'inversa: 

\( \quad AA^T = I_3 \)

con \(I_3\) la matrice identità dello spazio euclideo tridimensionale \(\mathbb{E}_3\). Derivando da entrambe le parti rispetto al tempo l'ultima uguaglianza si ottiene l'identità 

\( \quad \dot{A}A^T + A \dot{A}^T = 0_3\)

con \(0_3\) la matrice nulla \(3 \times 3\). Pertanto:

\( \quad \dot{A}A^T = - A \dot{A}^T = - \left(\dot{A}A^T \right)^T \)

\( \quad \blacksquare \)

Tornando alla dimostrazione del teorema, possiamo concludere che

\( \quad \dfrac{d \vec{\mathbf{u}} }{dt} = \dot{A} \vec{\mathbf{u}}(t_0) = \dot{A} A^T \vec{\mathbf{u}}(t) \)

Poiché la matrice \(\dot{A}A^T\) è antisimmetrica per il Lemma 2, esiste ed è unico [1] il vettore \(\vec{\mathbf{\omega}}\) tale che

\( \quad \vec{\mathbf{\omega}} \times \vec{\mathbf{u}}(t) = \dot{A} A^T \vec{\mathbf{u}}(t) = \dfrac{d \vec{\mathbf{u}} }{dt} \mspace{30mu} \forall \vec{\mathbf{u}} \in \mathbb{E}^3 \)

QED

Riferimenti [ torna al menu ]

[1] Skew-symmetric matrix - Wikipedia

https://it.wikipedia.org/wiki/Relazione_di_Poisson

Immagini [ torna al menu ]

Figura 1: generato con Microsoft Paint.


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